Indagato in concorso esterno in associazione mafiosa dopo il giuramento replica a Napolitano. Migliavacca: “Berlusconi sotto ricatto”. Garavini: “A cosa serve il codice antimafia?”. E sul web ci sono ancora i manifesti di Romano che nell’UDC assicurava: “meglio eletto che nominato”
LA NOTA DI NAPOLITANO e la replica del neoministro (!) «Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dal momento in cui gli è stata prospettata la nomina dell’on. Romano a ministro dell’Agricoltura, ha ritenuto necessario assumere informazioni sullo stato del procedimento a suo carico per gravi imputazioni. Essendo risultato che il giudice delle indagini preliminari non ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Palermo, e che sono previste sue decisioni nelle prossime settimane, il capo dello Stato – aggiunge la nota – ha espresso riserve sull’ipotesi di nomina dal punto di vista dell’opportunità politico-istituzionale”.
Romano ha risposto dicendosi «dispiaciuto» per la nota «inesatta» del Quirinale: “A mio avviso quella nota non riflette il pensiero del capo dello Stato, che è stato augurale nei miei confronti e dal quale ho avuto un’ottima accoglienza. Inoltre, purtroppo la nota è anche inesatta: perché non sono imputato ma solo indagato e c’è una richiesta di archiviazione nei miei confronti. Tutti possiamo sbagliare, immagino che l’estensore di quella nota abbia usato una terminologia non appropriata».
Michele Ventura, vicepresidente vicario dei deputati PD, replica: “Il neo ministro dell’Agricoltura, non contento di aver incassato la nomina il giorno stesso in cui i giornali danno notizie della non chiusura dell’inchiesta nella quale è coinvolto per concorso esterno in associazione mafiosa, ora interpreta anche le note del Colle. Dal Quirinale si fa ufficialmente sapere che non esistevano impedimenti giuridico formali e che si auspica un chiarimento da parte della Procura, ma a Saverio Romano capo dei Responsabili, l’ultima stampella di Berlusconi, non va giù. Pensi, signor ministro come possa andar giù agli italiani un rimpasto di governo dettato esclusivamente dal mantenimento in vita di un esecutivo alle corde. Pensi come vedranno i prossimi innesti senza i quali il castello di carta costruito su reciproci ricatti crollerà. Aspetteremo l’udienza del primo aprile per capire se l’inchiesta nella quale è coinvolto a Palermo sarà archiviata o meno, fin da ora, comunque noi del PD esprimiamo fortissime perplessità sulla sua nomina, E per favore, non ci interpreti”.Fai girare i manifesti con Mobilitanti.it