La Direzione Provinciale del Partito Democratico di Reggio Emilia, riunita nella serata del 25 Novembre 2011,
RICORDATO
Che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 17 Novembre 1999 ha proclamato il 25 Novembre “Giornata internazionale dell’eliminazione della violenza sulle donne”, constatando con preoccupazione “che la violenza sulle donne è un ostacolo sulla via dell’uguaglianza, dello sviluppo e della pace” e affermando “che i diritti fondamentali delle donne e delle ragazze fanno parte inalienabilmente, integralmente e indissociabilmente dei diritti universali della persona”;
Che, come ricorda l’associazione Nondasola, “alcune forme di violenza sulle donne si trovano in molte culture (stupro, violenza domestica, incesto), altre sono specifiche di alcuni contesti (mutilazioni sessuali, omicidi a causa della dote, ecc.) e spesso la violenza agita contro le donne è una combinazione di diversi tipi di violenze”, come è il caso della violenza domestica dove intervengono generalmente violenza fisica, psicologica, sessuale, economica e a volte spirituale; inoltre “violenze diverse possono essere fra loro connesse” e la violenza contro le/i figlie/i, ad esempio, è spesso accompagnata da violenza domestica contro la madre; in altri casi la semplice ‘minaccia di violenza’ da sola è purtroppo elemento sufficiente per condizionare negativamente e limitare la libertà di bambine, ragazze, donne;
Che, secondo l’indagine Istat del 2010 per il Ministero delle Pari Opportunità, oltre 14 milioni di donne italiane sono state oggetto di violenza fisica, sessuale o psicologica nella loro vita; la maggior parte di queste violenze arrivano dal partner (come il 69,7% degli stupri) e la grandissima maggioranza (oltre il 90%) non è mai stata denunciata; solo nel 24,8% dei casi la violenza è stata ad opera di uno sconosciuto, mentre si abbassa l’età media delle vittime: ben un milione e 400mila (il 6,6% del totale) ha subito uno stupro prima dei 16 anni;
Che la violenza da parte degli uomini sulle donne nella sua forma estrema, il “femminicidio”, è una vera e propria emergenza anche nel nostro Paese, dove si sono registrate 119 vittime nel 2009 e 127 nel 2010, con una crescita dell’ordine del 7% ogni anno delle donne italiane uccise per il solo fatto di essere donne e che ben 14 sono le vittime in Emilia-Romagna nel 2011; il territorio reggiano è stato anche recentissimamente insanguinato da orribili delitti che hanno avuto per vittime donne uccise dal proprio compagno di vita – sono i casi di Beatrice Mantovani, in settembre, e di Rachida Rida, pochi giorni fa;
SOTTOLINEATO
Che la violenza sulle donne, soprattutto in ambito domestico, è un fenomeno largamente sottovalutato dall’opinione pubblica, la cui portata allarmante è spesso nascosta dalla paura e dai condizionamenti sociali e culturali, che finiscono per rendere particolarmente vulnerabili proprio coloro che sono in situazione di fragilità legata ad altri fattori;
Che la situazione legislativa italiana, che pure ha recentemente inasprito le pene per i reati di questo tipo, non agisce in maniera sufficiente in termini di norme e risorse per la prevenzione e la tutela delle vittime di questi reati, in considerazione dell’azzeramento del Fondo Nazionale per il finanziamento dei centri antiviolenza italiani;
Che la Regione Emilia Romagna svolge una attività importante e significativa di contrasto al fenomeno con le proprie politiche sociali, formative e assistenziali, in particolare attraverso la rete dei suoi 10 Centri Antiviolenza, ponendosi in primo piano a livello nazionale sia per il mantenimento delle risorse stanziate, che per avanzamento in termini di innovazione della propria progettualità;
Che progetti di alto profilo sono messi in campo dalla Provincia e dal Comune di Reggio Emilia, nonché da numerosissimi Comuni in rete del territorio provinciale stesso, a testimonianza della particolare attenzione che la terra reggiana riserva a questi temi;
MANIFESTA
Pieno apprezzamento per le innumerevoli iniziative che associazioni, enti e forme di rappresentanza del territorio hanno messo in campo in questa giornata di sensibilizzazione e per la capacità progettuale di Regione, Provincia e Comuni sui temi della violenza di genere;
SEGNALA
Come la deriva culturale, che assegna la donna a una presunta naturale subalternità al maschio e riduce la relazione tra i sessi a un rapporto di proprietà, sia alla radice della conservazione di un clima diffuso di sostanziale tolleranza nei confronti di questi fenomeni invisibili (perchè per lo più si verificano nel chiuso delle mura domestiche), ma inaccettabili da parte di una società civile e che si dica avanzata; e come, per affrontare e arginare questa deriva, sia necessaria una seria presa di coscienza di uomini e donne rispetto allo stato delle relazioni tra i sessi e quindi una energica presa di posizione che sostenga l’evoluzione dei rapporti verso una piena dignità e autonomia delle donne;
Che questa deriva culturale si combatte, qui e ora, anche attraverso la rimozione degli ostacoli alla piena partecipazione sociale, economica, politica delle donne e, dunque, con l’attuazione di opportune misure di pari opportunità e, certamente, attraverso indispensabili progetti e percorsi strutturati nelle scuole, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria superiore;
Che il Partito Democratico, nelle sue azioni politiche e nelle sue forme di partecipazione, garantisce e promuove non solo il rispetto delle donne e la tutela dei loro diritti, ma anche e soprattutto il loro essere protagoniste della vita politica e istituzionale al pari degli uomini, avendo assunto e fatto propria una visione duale della realtà che si è tradotta sia in norme statutarie e regolamentari interne di parità, sia in un sistema articolato e autonomo di Conferenze Permanenti delle Donne, sia in proposte normative che incentivano la presenza paritaria delle donne in tutte le sedi rappresentative e di responsabilità;
SI APPELLA
Al nuovo Governo – che annovera donne ministro con incarichi di primissimo piano – affinché metta in azione opportune politiche di prevenzione della violenza e di tutela, e al contempo ripristini il finanziamento statale al fondo destinato all’accoglienza e sostegno delle vittime;
Alle Istituzioni locali e Regionali affinché mettano in rete e a sistema, potenziandoli, tutti gli strumenti e i progetti in campo di contrasto alla violenza e di supporto alle donne che la subiscono;
Alle Istituzioni tutte, all’opinione pubblica e ai media, perché mantengano sempre vigile l’attenzione sul fenomeno e uniscano gli sforzi per prevenirlo, sostenendo e alimentando un’evoluzione culturale che metta al centro la salute delle relazioni tra i sessi, sostenga il ruolo e la dignità sociale delle donne e garantisca loro il pieno godimento dei diritti civili sanciti dalla Costituzione.