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Solo se le persone si sentono tutelate e uguali posso sentirsi parte di una comunità

Sono passati quasi quarant’anni da quando questo paese decise che due persone che non si amano più hanno il diritto di separarsi e sono passati trentacinque anni da quando gli italiani decisero che la donna ha il diritto di interrompere la gravidanza in modo assistito e sicuro. Penso pertanto che oggi questo paese abbia il diritto di avere norme certe che garantiscano a due persone che si amano di vivere insieme, sostenendosi a vicenda e sapendo che quando una delle due verrà a mancare l’altra non sarà per la società un estraneo/a.

Parlo di persone indipendentemente dal sesso perché i diritti devono valere indipendentemente dall’orientamento sessuale; E’ necessario ed inevitabile trovare risposte alla domanda di diritti che viene da tante coppie italiane: eterosessuali, omosessuali, giovani ed anziane. Le direttive europee, le leggi degli altri paesi, la sentenza della Corte Costituzionale ci indicano la strada, la politica deve ora fare il suo mestiere e recuperare il terreno perso sull’Europa.

Il PD non si sottrae a questa responsabilità ed il documento approvato a larghissima maggioranza sabato scorso rappresenta sicuramente un contributo avanzato in materia di diritti civili, riconoscendo che una minoranza lo avrebbe voluto ancora più avanzato nella definizione della forma giuridica che garantisca l’esercizio dei diritti in particolare nelle coppie. Basta leggere il documento dove si parla espressamente della volontà politica di garantire i diritti di tutti, mentre l’ordine del giorno proposto da Paola Concia ed altri traduce nel matrimonio la forma giuridica per tutti; una differenza importante ma non tale da inibire la portata politica del lavoro fin qui fatto dalla commissione diritti del partito, che lascia volutamente aperto il dibattito su quale sia la forma giuridica più opportuna.

Ora, poco importa di chi sia la colpa della mancata mediazione, a mio parere possibile con il contributo del documento Cuperlo-Pollastrini, o chi sia stato maggiormente responsabile di una esasperato confronto al termine dell’assemblea, ciò che dispiace profondamente è che si rischia di non cogliere l’importanza dell’avanzamento che la riflessione politica del partito, tutto, ha fatto in questi anni su questi importanti temi.

E’ stato fatto un passo in avanti non in una direzione diversa dal documento Pollastrini, ma a una tappa intermedia. Dunque, maggioranza e minoranza del PD su questo tema non vanno in due direzioni diverse, ma al massimo a velocità diverse. E come ogni partito che ha l’ambizione di essere grande e plurale ci si può riconoscere tutti in una posizione e riconoscere allo stesso tempo ad una minoranza di essere anche più avanti nell’elaborazione: questa deve essere l’ambizione del nostro partito democratico.

In questo senso, ho apprezzato moltissimo le parole di Ivan Scalfarotto che spiegando le ragioni della sua sottoscrizione al documento che propone il matrimonio fra omosessuali, ha espresso la volontà di poter fare questa discussione in un partito plurale e inclusivo e non dalla comoda posizione di un partito di sola testimonianza.

Forse sarebbe bastato far votare quell’odg e molte inutili polemiche si sarebbero attenuate.

La conduzione della presidente Bindi – a cui esprimo tutta la solidarietà per le indicibili e vergognose affermazioni che le sono state rivolte dall’ultimo dei comici che ha deciso di scendere in campo – probabilmente pecca del fatto che la presidente Bindi ha privilegiato il proprio ruolo di presidente del comitato diritti rispetto al ruolo, a mio avviso prevalente, di presidente dell’Assemblea.

Ma chiudiamola lì. Anche perché purtroppo questa discussione ha oscurato la portata degli argomenti avanzati dal segretario nella sua relazione: il dopo Monti, l’Europa, come la vogliamo e come siamo disposti a starci, il rispetto degli impegni internazionali, le politiche del lavoro e il modello di sviluppo, la legge elettorale e le primarie per la scelta dei candidati, il voto a maggioranza nella coalizione per garantire la governabilità.

Temi strategici per chi si candida a governare il paese, temi sui quali i nostri possibili alleati politici oggi hanno potuto eludere le risposte preferendo il tentativo di strapparci qualche consenso; insomma, una occasione sprecata per tutti.

Ma non abbiamo né tempo né occasioni da sprecare, non le ha il PD ma purtroppo non le ha l’Italia, come dimostrano anche le continue pressioni finanziarie che si stanno concentrando sul nostro paese.

Riprendiamo rapidamente il dialogo ed il confronto con il paese e con tutte le sue componenti economiche, sociali, culturali, civiche, per dimostrare capacità di governo e per riconquistare credibilità sui temi e le scelte strategiche per l’Italia e per l’Europa compresi i diritti civili, perché solo se le persone si sentono tutelate e uguali posso sentirsi parte di una comunità.

Roberto Ferrari
Segretario Provinciale PD

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