resistenza 25 aprile

Roberto Ferrari: W il 25 aprile

Ci sono momenti difficili, nella storia della nostra giovanissima Italia. Momenti bui, dolorosi. Tragici. Certamente oggi attraversiamo un passaggio complesso e doloroso: siamo in piena crisi, in recessione, in un momento complicato anche per la politica e per le istituzioni democratiche, che pure miracolosamente hanno saputo capovolgere una situazione che rischiava di diventare disperata.

Nulla a che vedere, naturalmente, con ciò che hanno significato il ventennio fascista e le sue guerre, l’occupazione nazifascista della nostra terra, la violenza, il sangue. Tanto duri furono quegli anni, tuttavia, da rendere così memorabile la Liberazione.

Oggi, del 25 aprile, possiamo cogliere proprio quell’immensa spinta propulsiva, quella speranza che dalle rovine di una guerra ci ha condotto sino a ciò che siamo oggi, nei saldi binari di una Costituzione che solo pochi mesi fa si è dimostrata così indispensabile per salvare il nostro Paese dalla bancarotta.

In quegli anni, nella nostra terra, ci fu chi decise di dire no. Di ribellarsi. Di sacrificare se stesso per  noi: suoi figli, suoi nipoti.

Di quella speranza, di quel vedere lungo, di quella forza possiamo ancora oggi nutrirci per andare avanti, pur tra grandi sacrifici: per difendere quanto sino ad oggi conquistato, certo, ma anche per pensare al futuro.

Oggi si tratta di rifondare il mondo in cui viviamo: nella pace, nella solidarietà, nell’uguaglianza. Vogliamo tutelare il benessere e la stabilità economica degli italiani, ma soprattutto pensare a far ripartire lo sviluppo e la crescita del nostro paese.

Ce l’hanno fatta i ragazzi della Resistenza, quella volta. Ed era molto, molto più pericoloso. Ce l’hanno fatta grazie alle idee che hanno saputo mettere in pratica.

Di questo oggi li ringraziamo. Ma soprattutto, vogliamo onorarli nutrendoci ancora della loro forza e del loro sacrificio: per i nostri figli, per i nostri nipoti.

Viva l’Italia, viva il 25 Aprile

Roberto Ferrari

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