edere i volti dei famigliari delle vittime della strage di Cervarolo, sentire le loro parole di soddisfazione oggi semplicemente ci emoziona.
Che siano state emesse queste condanne al massimo della pena – al termine di un dibattimento rigoroso e documentato – rappresenta un sollievo non solo per chi tenacemente – per 67 anni! – si è battuto perché gli assassini tali fossero definiti, ma per il senso profondo della giustizia che non può arrestarsi nemmeno quando il giudizio della storia arriva prima del suo.
Dobbiamo tutti gratitudine a quanti si sono battuti in questi decenni per arrivare a questo processo. L’eccezionalità della crudele barbarie nazista – così “banale” nel susseguirsi di ordini apparentemente giustificati – ha oggi ricevuto una certificazione in più, che la colloca al di fuori delle comuni azioni di guerra e la definisce come uno dei momenti più bui e tremendi della storia dell’umanità.
Quella barbarie, quel sangue, sono alla base dell’amore per la pace e della riscossa civile del nostro popolo. Una violenza che ha insanguinato anche la nostra terra.Proprio in quei luoghi, proprio tra i vincitori di questo processo, bisognerebbe oggi portare i nostri ragazzi, in un momento in cui è sempre più difficile insegnare loro – a scuola – la storia recente che più ha forgiato il presente in cui vivono. 67 anni sono molti per avere giustizia, ma davvero troppo pochi per dimenticare.