A poche ore dalla direzione nazionale che si pronuncerà ufficialmente sul tema, la direzione provinciale del Partito Democratico di Reggio Emilia ha già scelto: 4 sì al referendum del 12 e 13 giugno prossimi. I segretari di circolo del territorio sono invitati sin da ora a prendere contatti con i comitati promotori e a preparare la mobilitazione per l’appuntamento referendario.
La Direzione ha approvato anche un ordine del giorno di condanna sulle ignobili scritte comparse recentemente sui muri della città – sotto riportato – .
In merito ai quattro quesiti referendari, queste le considerazioni espresse dalla Direzione ed in particolare dalla relazione del segretario provinciale, Roberto Ferrari:
Energia nucleare:
No al nucleare. Non è una scelta dettata, come vorrebbe sostenere il Governo, “dall’emozione”, in seguito alla tragedia del Giappone: già il 26 ottobre l’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, su proposta del PD, aveva infatti dichiarato l’indisponibilità del territorio regionale per l’installazione o attivazione di centrali nucleari per motivi estremamente concreti.
Per quanto riguarda il nucleare di oggi, restano del tutto irrisolti i problemi di impatto ambientale, sicurezza della popolazione e, in particolare, di smaltimento delle scorie radioattive, inoltre anche il c.d. nucleare di quarta generazione è, allo stato attuale della ricerca, una tecnologia non ancora concreta ed attuabile; gli studi presentati a sostegno del programma energetico nucleare sono segnati più dalle ragioni della propaganda che della realtà: è falso che il nucleare ridurrebbe i costi per le famiglie, infatti senza un forte sostegno pubblico l’attuale nucleare non è competitivo e i costi ricadrebbero proprio sulle tasche degli italiani, che già oggi ogni anno pagano 400 milioni di euro sulle bollette elettriche per smaltire le scorie del vecchio nucleare.
Il Partito Democratico crede sia necessario che il Governo doti il paese di un Piano Energetico che metta al cuore dello sviluppo della produzione di energia elettrica le energie rinnovabili, che paesi come la Germania hanno fatto crescere – con grande successo anche sul piano occupazionale – al punto da non giudicare impossibile il raggiungimento dell’obbiettivo di una copertura fino al 40% del fabbisogno. Troviamo particolarmente sciagurata la sospensione degli incentivi che ha operato il Governo, generando una grave situazione di incertezza – a fronte di investimenti privati già decollati – che mette a repentaglio, secondo le associazioni di settore, 250.000 posti di lavoro.
Sì al sole, no al nucleare. Al referendum sul nucleare votiamo SI’.
Acqua pubblica (entrambi i quesiti)
Il Partito Democratico ha condotto una dura opposizione al disegno di privatizzazione forzata dell’acqua imposto dal governo Berlusconi, approvato a colpi di fiducia con la falsa motivazione di rispondere a un obbligo comunitario in realtà inesistente. Le norme fatte approvare dal governo Berlusconi espropriano gli enti locali della loro autonomia e responsabilità, li espongono al rischio di soccombere alla forza di monopoli privati retti da poche grandi aziende spesso del tutto estranee ai contesti territoriali in cui viene svolto il servizio. Come affermato nell’Assemblea Nazionale del 4-5 febbraio scorsi, la privatizzazione forzata imposta dal governo é un disegno da contrastare con grande determinazione. Solo a partire da un intervento legislativo di riforma complessiva del settore è possibile realizzare gli obiettivi irrinunciabili della tutela delle acque, dell’accessibilità per tutti, di un uso razionale della risorsa garantendo l’equità delle tariffe e della massima qualità ed efficienza del servizio e, insieme a questi, della copertura totale del servizio di depurazione sull’intero territorio nazionale e della gestione sostenibile della risorsa acqua, eliminando dispersioni, sprechi e usi inappropriati.
Il Partito democratico ha presentato una propria proposta di legge assumendo quindi come principi guida la natura di bene pubblica della risorsa acqua e quindi la proprietà demaniale della risorsa e delle infrastrutture; la gestione industriale del servizio idrico integrato; la necessità di una forte regolazione e controllo pubblico sulle gestioni con l’istituzione di una autorità nazionale di regolazione, compartecipata dallo Stato e dalle regioni; il ruolo fondamentale delle regioni e degli enti locali nelle scelte di affidamento del servizio idrico integrato nel pieno rispetto dei principi generali, degli standard di qualità, dei livelli minimi essenziali fissati a tutela dell’interesse pubblico e dei diritti dei cittadini; la natura della tariffa come corrispettivo del servizio idrico integrato da modulare con una tariffa sociale e con un tariffa che incentivi il risparmio idrico; la necessità di vincoli chiari alla realizzazione degli investimenti necessari per il miglioramento del servizio con un impegno al riequilibrio territoriale per garantire lo stesso livello di servizio in ogni area del paese.
Ai due quesiti referendari sull’acqua votiamo SI’.
Legittimo impedimento
I deputati del Partito Democratico hanno votato contro il legittimo impedimento perché riproduce nella sostanza il lodo Alfano, una legge censurata dalla Corte costituzionale. E’ una norma che stravolge il concetto di legittimo impedimento, un termine disciplinato nel processo penale come un punto di equilibrio tra il diritto alla difesa ed il corretto esercizio della giurisdizione. Al fondo di questa legge non esiste un’esigenza di giustizia e di tutela dei cittadini. Questa norma non ha un carattere generale ed astratto, è solo un meccanismo artificioso di tutela di una sola persona, un trucco per sottrarla ai procedimenti giudiziari in corso.
Al referendum per abrogare il legittimo impedimento votiamo SI’.
La Direzione Provinciale del Partito Democratico – riunitasi il 25 marzo 2011 – esprime la più ferma condanna verso le ignobili scritte – recentemente comparse sui muri di Reggio Emilia – che rivolgono gravi minacce alla presidente dalla Provincia Sonia Masini, al presidente degli industriali Stefano Landi, ad altri esponenti locali e nazionali della politica, dell’economia e della società civile.
Consideriamo grave questo fenomeno non solo per ciò che riguarda le naturali ripercussioni dal punto di vista della sicurezza e dell’ordine pubblico, ma anche per il clima politico che vorrebbe instaurare, innescando una logica di scontro, intimidazione ed aggressione che è contraria alle regole della democrazia, minaccia la qualità della stessa e dunque anche agli interessi dei più deboli e dei lavoratori.
Il Pd invita i reggiani – nelle loro espressioni singole, associative ed istituzionali – a condannare con decisione questi episodi e a non sottovalutare i pericoli dell’estremismo politico, a prescindere dalla dimensione del fenomeno. Ci auguriamo che la magistratura e le forze dell’ordine possano al più presto individuare e punire i responsabili.